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Sembra che Alain Platel non ami affatto il ruolo del Padreterno. Egli non scorge nessun interesse nello sviluppo di una chiesa propria e di un' adeguata liturgia, ma modella la sua opera creativa in forme differenti e con l' aiuto di diversi personaggi. " Bonjour Madame " e " La tristeza Complice " sono nati in seno ai Ballets C. de la B.; mentre, " Moeder en kind " e " Bernardetje " sono stati entrambi realizzati in collaborazione con Arne Sierens, con la partecipazione della compagnia Victoria.
In ogni caso, i Ballets C. de la B. costituiscono la sua parrocchia. Ufficialmente, benché si tratti di un collettivo all' interno del quale si è sempre condiviso tutto, egli ne è il direttore artistico. In passato si partecipava a un processo di creazione in comune; oggi i membri del vecchio collettivo si lanciano reciproche sfide, di modo che ciascuno possa realizzare un' opera propria, come è già accaduto a Hans Van den Broeck, Christine De Smedt e Koen Augustijnen. Platel non si tramuterà mai in un santo patrono; il suo credo sarà piuttosto: nuotare o affondare. Ma in entrambi i casi egli può contare su un solido appoggio.
Sembra che la sua mente dia alla luce molto di rado creazioni già definite. All' inizio delle prove le certezze sono limitate, non esiste un piano divino. D' altronde egli lo troverebbe fastidioso; " Bonjour Madame " è nato da nove uomini e una donna, " La tristeza Complice " da Purcell adattato alla fisarmonica. Ma c' è ancora di più, il sospetto e la speranza che Platel si ritiri nello spazio della " non - onniscienza " per fare posto all' imprevisto e al non - previsto. Questa volta il punto di partenza é la musica di J. S. Bach. Spesso essa viene associata alla scienza e alla matematica. O all' odore della divinità e dell' etere, al grido di liberazione e alla fuga. Platel intraprende unĠaltra strada: Bach come consolatore, voce del desiderio, della debolezza, dell' estasi, della rivolta e della capitolazione, di tutto ciò che è umano.
Un anno e mezzo di attento ascolto di Bach ha permesso a Platel di riunire i suoi pezzi preferiti che sono eseguiti dal vivo sotto la direzione musicale di Roel Dieltiens. L' ensemble è composto da nove musicisti: violino, viola, contrabbasso, oboe, flauto traverso, flauto dolce, organo, clavicembalo e violoncello. I cantanti sono: Greta de Reyghere (soprano), Werner Van Mechelen (baritono) e Steve Dugardin (contralto). Questa volta niente arrangiamenti, Bach non si tocca, si suona perfino su strumenti antichi. Tuttavia l' autenticità non diventa folklore, è sempre importante arrivare a toccare il pubblico contemporaneo attraverso gli stilemi di ieri. Le strade di Dieltiens e Platel si incrociano sullo stesso percorso emotivo.
Platel sarebbe impotente se avesse a che fare con persone sprovviste di personalità. Egli vuole ad ogni costo che i suoi collaboratori manifestino la parte più profonda di se stessi. I nove danzatori, che arrivano da ogni angolo del mondo, si sono formati in discipline differenti. Alcuni partecipavano già a " La tristeza Complice " (Minne Voosten, Samuel Louwyck, Gabriela Carrizo e Franck Charter che ha fatto una sostituzione durante la tournée), altri (Lazara Rosell Albear e Larbi Cherkaoui), sono stati reclutati al " De Beste Belgische Danssolo " ( " Il miglior solo belga " ), il concorso organizzato da Platel, altri ancora sono dei novizi (Einat Tuchman, Lizie Estars e Darryl Woods). La compagnia, una volta ancora, comprende dei ragazzi (una coppia di adolescenti). La scommessa resta la stessa: creare un mondo di differenze.
Per questo i danzatori interpretano le proprie storie o ne inventano di nuove secondo le istruzioni di Platel che non dimentica mai ciò che succede negli spogliatoi: Diana, Dutroux, Dolly e i Morti in nome di Dio. Ciò evoca immagini poco incoraggianti e suscita sensazioni inesprimibili: lĠodore di secrezioni libidinose e rancide. Una sorta d' inferno.
Allora, in che prospettiva si situa Platel? Se si cerca una risposta univoca non la si troverà mai. Egli non opera scelte ed esclusioni. Il suo mondo non è nettamente diviso in lupi e pecore, un uomo è anche una donna, una cosa non è mai solamente bella. Egli abbraccia le contraddizioni e collega gli estremi. Congiunge e sincronizza. In questo movimento non ci sono vincitori o vinti, né si parla mai di riconciliazione. (Un conflitto eterno come sorgente del bene, della purezza e della bellezza, se bisogna dare ad ogni costo una morale alla storia). " Iets op Bach " s' annuncia come un matrimonio turbolento fra cielo e inferno.
Hildegard de Vuyst
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