THE ACADEMIC MALY DRAMA TEATR DI SAN PIETROBURGO

TEATRO D'EUROPA

La casa

dal romanzo di Fyodor Abramov

adattamento teatrale di Lev Dodin e Sergey Bekhterev

regia Lev Dodin

scene Eduard Kochergin

costumi Inna Gabai regista

 collaboratore Sergey Bekhterev

arrangiamenti musicali Eduard Zhuchkov

maestro di dizione Valeriy Galendeyev

direttori di scena Olga Dazidenko, Tamara Sadretdinova.

direttore tecnico Nikolai Murmanov

luci Oleg Kozlov, Vitaliy Skorodumov, Yekaterina Dorofeyeva

 suono Vladimir Uojan, Alla Tikhomirova

 attrezzeria Yuliya Zverlina, Viktor Gorodkov

sarte Maria Fomina, Galina Ivanova

truccatrice Galina Varukhina

 tecnici di palcoscenico Yevgenii Nikiforov, Sergei Ivanov, Nikolai Kosljakoy, Mikhail Andreev, Viktor Senin

Una produzione MALY DRAMA TEATR ‑ Teatro d'Europa in collaborazione

con Change Performing Arts Milano

spettacolo in due tempi durata dello spettacolo: 3 h più un intervallo

Personaggi e interpreti

Mikhail Pryaslin Nikolai Lavrov

Raisa, sua moglie Irina Demich

le sue figlie

Verka Liya Kuzmina, Larisa Marina Gridasova, Anka Ania Slabodianiuk

i sui fratelli

Peter Anatolíy Kolibyanov, Grigorii Sergey Bekhterev

 Lizaveta, sua sorella Tatyana Chestakova

Yegorsha, marito di Lizaveta Igor Ivanov

Kalina Ivanovitch Dunajev Sergey Kurychev

Yevdokija, the Martyr, sua moglie Vera Bykona

Anfisa Galina Filimonova

Rodka, figlio di Anfisa Sergey Vlasov

Viktor Netjesov Mikhail Samochko

Peter Zhitov Sergey Kozyrev

Philja, il gallo Sergey Muchenikov

 Tchugaretti Vladimir Zakharyev

Ignat Baev Vladimir Artyomov

Anton Taborskii Igor Sklyar

Susa‑Balalajka Nina Semyonova

Afonka Jakovlev Oleg Gajanov

Pronka, il veterinario Alexander ZavjaIov

Katerina Lidiya Goryainova

Njurka JakovIeva Alla Semenishina

Darja Bronislava Proskurnina

Fenja, la negoziante Yelena Vasllyeva

Praskovja, il venerdì santo Svetlana Grigoryeva

Manja, la corta Irina Nikulina

Versione russa con sottotitoli in italiano e inglese


Dal romanzo di Fédor Abramov.

adattamento teatrale e regia di Lev Dodin

il romanzo "La casa è l'ulItima parte della tetralogia "Fratelli e sorelle".***

L’azione si svolge in un villaggio del nord della Russia, Pekashino (questo villaggio richiama il villaggio natale di Abramov, che nella realtà si chiama Verkola), venti anni dopo la seconda guerra mondiale.

ATTO PRIMO

A casa di Mikhail.

L'eroe principale è Mikhail Prjaslin - che all'epoca della guerra aveva solo quattordici anni ma, nonostante l'età, eseguiva tutti i compiti maschili, essendo rimasto quasi l'unico nel villaggio a potere lavorare - adesso è sposato e ha tre figlie.

Mikhail e sua moglie Raissa hanno ammazzato una pecora per festeggiare l'arrivo dei due fratelli gemelli di Mikhail, Piotr e Grigorij, che mancavano dal villaggio da vent'anni e adesso vivono in città: uno è ingegnere, l'altro non lavora perché malato di epilessia

I gemelli erano molto piccoli all'epoca della guerra, chiamano Mikhail "fratello", ma anche "padre" dato che il fratello maggiore gli aveva fatto da padre al posto del padre vero morto in combattimento.

L’incontro viene interrotto dall'improvvisa apparizione dei loro vicini: Kalina Duaney, vecchio comunista, e sua moglie Evdokija.

I gemelli sono stupiti dal fatto che Liza, la loro amata sorella, che si occupava di loro quando erano piccoli, non sia venuta ad accoglierli. Vengono a sapere da Mikhail che i due hanno litigato e che lui non la vuole più vedere. Il motivo del litigio è che un anno prima il figlio di Liza, il quattordicenne Vasja, con il quale lei viveva da sola (il marito l'aveva lasciata con il bimbo ancora piccolo), era annegato nel fiume. Liza era disperata, ma in breve tempo aveva fatto conoscenza con un altro uomo che prendeva in affitto una camera a casa sua e aveva messo al mondo due gemelli.

Mikhail considerava ciò un'offesa alla memoria del suo amato nipote e una vergogna per tutta la famiglia. I gemelli insistono che vogliono rivedere subito la loro sorella e Mikhail gli permette di andarsene a patto che ritornino per cena.

A casa di Liza

Liza è felice e emozionata di accogliere i propri fratelli. Racconta loro ciò che è avvenuto dopo che suo figlio è annegato: un ufficiale si era fermato a casa sua. Lei si sentiva sola dopo la morte del figlio e l'ufficiale, un uomo sposato, era stato molto buono con lei. Dopo qualche tempo era partito, ma questo a lei non importava: ora è felice di avere dei figli, anche se si sente in colpa.

Qualche donna del villaggio arriva a salutare i gemelli. Arriva anche Milkhail, di corsa: è arrabbiato perché i fratelli non sono arrivati in tempo a tavola. Il litigio tra Mikhail e la sorella provoca in Grigorij un attacco di epilessia.

Nella vecchia casa di famiglia

Liza e Pjotr si ritrovano nella vecchia casa dove vivevano al tempo della guerra, che adesso è vuota. Mikhail si è costruito una nuova casa per la famiglia, mentre Liza abita nella casa ricevuta in eredità dal nonno del suo ex marito. Parlano della vita nel villaggio e si scopre che Mikhail è infelice perché i suoi compaesani hanno perso ogni interesse per il lavoro e non si occupano più dei proprio villaggio.

Pjotr racconta a Liza della sua vita e della vita dei fratello Grigorij. Da piccoli, i fratelli si amavano l'un l'altro. Poi Pjotr è diventato ingegnere e si è occupato di Grigorij, ma la sua vita privata non funziona, per questo ha incominciato a odiare il fratello.

Vicino al negozio dei villaggio

Jegorsha, l'ex marito di Liza, ritorna in paese dopo un'assenza di vent'anni. Sono tutti curiosi della reazione che avrà Liza. Liza lo invita a casa sua.

Liza ricorda la gioventù e di quando, una volta, Jegorsha era tornato in licenza dal servizio militare.

Vicino alla casa di Anfisa

Anfissa, l'ex presidentessa del kolkhoz e anche cara amica di Liza, incontra Jegorsha e viene a sapere da lui che ha venduto la casa dove attualmente vive Liza, dato che, dopo la morte del figlio, quest'ultima non è più parente del nonno e ha quindi perso ogni diritto sulla casa.

Anfissa chiama Liza per raccontarle la triste notizia sulla sua casa. Le consiglia di fare causa, ma Liza non vuole: la memoria del suo amore è troppo forte e lei non riesce proprio a immaginarsi se stessa e il suo ex marito in tribunale.

Da Mikhail

La figlia maggiore di Mikhail è tornata da Mosca, dove era andata a trovare la zia. Sua moglie, Raissa, racconta a Mikhail che Liza ha lasciato la casa che Jegorsha aveva venduto. Mikhail annuncia che deve recarsi al Comitato Provinciale poiché aveva protestato contro i furti alla proprietà del kolkhoz che avvenivano nel villaggio e, venutone a conoscenza, il presidente del kolkhoz aveva scritto una lettera contro di lui, obbligando otto lavoratori a firmarla. La moglie lo rimprovera chiedendogli di non immischiarsi in quelle cose, ma lui è disposto a tutto pur di difendere il proprio punto di vista e non può permettere a quella gente di distruggere il villaggio.

Vicino all'ufficio del kolkhoz

Ogni giorno i lavoratori vi si recano per ricevere l'incarico di lavoro giornaliero. Arriva Taborskij, presidente del kolkhoz. Si accende di nuovo una disputa con Mikhail riguardo all'uso dei terreni del kolkhoz e Taborskij dice di stare eseguendo ordini dall'alto e di non sentirsi per niente in colpa.

Il motivo della disputa è che Mikhail, essendo realmente padrone della propria terra, impiega nel lavoro il buon senso e l'esperienza. Taborskij, al contrario, è un funzionario di partito, non si preoccupa della terra, ma solo di eseguire gli ordini di partito che arrivano da persone che non sanno nulla di agricoltura. Per Taborskij la fedeltà al partito è più importante del benessere del proprio viliaggio.

Da Kalina

Piotr e Mikhail sono ospiti a casa sua. Evdokija racconta agli ospiti la storia della sua vita. Suo marito, Kalina Ivanovich, è un pezzo di storia dello Stato Sovietico, ha partecipato a tutti i momenti più importanti della sua storia, a cominciare dalla fondazione, ed è stato vittima degli errori commessi dai comunisti.

Lui e la moglie hanno attraversato tutta la nazione, convinti che partecipare alla costruzione dei socialismo avrebbe aiutato il paese. Essendo una persona onesta, aveva protestato contro le repressioni illegali nei confronti dei comunisti dei 1937 e alla fine si era ritrovato lui stesso in prigione. Adesso vive circondato da onore e rispetto.

ATTO SECONDO

Da Mikhail

Raissa e Mikhail parlano della festa che Anfissa sta organizzando per suo figlio Rodka.

E' tradizione organizzare una festa quando i giovani partono per il servizio militare. Tutte le famiglie del villaggio sono invitate. Raissa però si rifiuta di andare: Rodka fa la corte a Vera, una delle sue figlie, ma lei sa che Rodka esce con molte altre donne del villaggio.

Festa da Anfissa

Uno dei paesani propone un brindisi alla memoria del padre defunto di Rodion. Anfissa è offesa dal fatto che non sia stato lo stesso Rodka a proporre il brindisi.

Esce sotto il portico carica di pensieri tristi, ricorda i tempi del primo incontro con suo marito, Ivan Lukashin. Si erano conosciuti durante la guerra, Ivan era in paese in convalescenza per una ferita e si erano innamorati l'uno dell'altra. Poi Ivan Lukashin era tornato in guerra, Anfissa aveva promesso di aspettarlo e aveva mantenuto la parola data. Lukashin ritornò in paese e divenne presidente del kolkhoz. Quindi fu messo in prigione con l'accusa di appropriazione indebita delle riserve di grano e vi mori.

La scena è accompagnata dal canto femminile: le donne intonano una canzone a quei tempi molto popolare: "Ti ho aspettato per tutta la guerra".

Compare una donna ubriaca che lavora in paese come stalliere, dice che sua figlia è incinta di Rodka. Anfissa non le crede e la segue per controllare che sia vero.

Ritorna rammaricata per ciò che ha saputo. Dice la verità a Mikhail e a suo figlio. Rodka non nega nulla, ma dice che la cosa non lo preoccupa particolarmente. Vera, la figlia di Mikhail e Raissa, sente la loro discussione e fugge.

Vicino all'ufficio

E' arrivata la notizia che Taborskij, contro cui Mikhail aveva tanto lottato, è stato sollevato dalle sue funzioni. Mikhail è felice della notizia e corre da Viktor Netesov per sapere se sia vero. Effettivamente, è così

Mikhail è molto contento, dato che aveva sempre pensato che tutti i guai del paese dipendessero da Taborskij, e corre a casa a dare la notizia alla moglie. Qui arriva una nuova notizia: Netesov è stato nominato nuovo presidente del kolkhoz. Mikhail indossa il suo abito migliore e corre alla prima riunione con il nuovo presidente.

La prima riunione con il nuovo presidente del kolkhoz

Viktor Netesov propone a Mikhail l'incarico di stalliere del villaggio. Tutti lo deridono, evidentemente pensava che gli sarebbe stato proposto qualche cosa di più sostanzioso. Comunque accetta il nuovo compito, non può non ubbidire al nuovo presidente, lui che da tanto tempo aspettava un cambiamento.

Vicino alla stalla

Vera cerca di rincuorare il padre, gli dice che il suo nuovo lavoro le piace, dato che ha sempre amato i cavalli.

Da Kalina

Mikhail e Pjotr portano dentro Kalina, dopo averlo lavato alla sauna. Sul tavolo vedono della vodka. E' tradizione russa ricordare i defunti con della vodka. Stasera Evdokija beve in memoria dei figlio, partito volontario per la guerra (pur essendo minorenne) e morto in battaglia. Con questo gesto voleva dimostrare l'innocenza del padre, Kalina Ivanovich.

Poi Evdokija racconta di come aveva trovato suo marito nel lager. Kalina dice che gli manca l'aria e chiede di cantargli la sua canzone rivoluzionaria preferita. Poi muore.

I funerali di Kalina.

Si celebrano i funerali di Kalina. Dopo i funerali, Pjotr chiede a Grigorij di spargere la voce nel villaggio che lui, Pjotr, tornerà in città da solo. Irrompe Anfisa e dice che gli operai stanno distruggendo la casa venduta per farne legna e venderla ad un forestiero.

Pjotr propone di mettere il "cavallo" della casa distrutta sul tetto della loro vecchia casa (i villaggi del nord della Russia sono famosi per le loro particolari, bellissime corone decorative, che vengono chiamate "cavalli").

Liza è contenta perché ci sarà almeno qualche cosa per conservare la memoria dei vecchio nonno che le aveva affidato la casa.

Incominciano il lavoro. Mentre issano il "cavallo" sul tetto, la vecchia corda si strappa e il pesante "cavallo" di legno cade su Liza.

La portano in ospedale, dove muore. Uno dei compaesani porta la tragica notizia a Mikhail.

I funerali di Liza

Mikhail chiede: "Dove sono i miei nipoti?" "Da Anfissa risponde sua moglie.

Mikhail: "Perché? Perché non sono da noi? Sono i miei nipoti. Trent'anni fa mio padre, andandosene in guerra, mi sollevò in braccio e mi chiese: "mi hai capito?". Per trent'anni mi sono chiesto che cosa intendesse dire. E solo adesso penso di sapere che cosa intendesse realmente".

*** Abramov iniziò nel 1958 la stesura del romanzo Fratelli e sorelle, una tetralogia che lo occupò per oltre vent'anni, nella quale descrisse le condizioni di vita del mondo contadino sovietico: nel 1958 apparve Fratelli e sorelle, che tematizza le sofferenze delle classi meno abbienti durante il secondo conflitto bellico; nel 1968 Due inverni e tre estati, incentrato sulle privazioni degli anni immediatamente seguenti alla guerra; nel 1972 Strade e crocevia, nel quale Abramov mise sotto accusa la politica agraria del partito nei primi anni cinquanta, e infine, nel 1978, La casa, che riprese più da vicino il destino della famiglia Prijaslin, protagonista della tetralogia

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