Il Grande Inquisitore

Da I Fratelli Karamazov

 

di Fėdor M.Dostoevskij

traduzione di Agostino Villa

 

personaggi e interpreti

 

Karamazov Fėdor Pavlovič                                    CORRADO PANI

Karamazov Dmitrij Fėdorvič, Mitja                         MASSIMO POPOLIZIO

Karamazov Ivan Fėdorvič                                      GIOVANNI CRIPPA

Karamazov Aleksej Fėdorvič, Alėša                       DANIELE SALVO

Smerdjakov Pavel                                                  RICCARDO BINI

Makarov Michail Makarovič                                  MASSIMILIANO SBARSI

Un agente                                                             PIERLUIGI CICCHETTI

Rakitin Michail 0sipovič, Rakitka                            PIERFRANCESCO FAVINO

Kutuzov Grigorij Vasil'evic                                     STEFANO LESCOVELLI

Kuttuzova Marfa Ignat'evna                                   MONICA MIGNOLLI

Padre Zosima, lo starec                                         ANTONIO PIOVANELLI

Padre Paisij                                                           LUIGI SARAVO

Padre Iosif                                                            NICOLA SCORZA

Un monaco                                                           GIANLUCA GUIDOTTI

Snegirėv Nikolaj Il'ič                                              STEFANO LESCOVELLI

Snegirėva Arina Petrovna                                      GABRIELLA ZAMPARINI

Snegirėva Varvara Nikolaevna                               MANUELA  MANDRACCHIA

Snegirėva Nina Nikolaevna                                    FRANCESCA FAVA

Snegirėv ll'ja, Il'juša                                               NICOLA BORTOLOTTI

Krasoktin Nikolaj, Kolja                                         FRANCESCO GAGLIARDI

Il Grande Inquisitore                                              MASSIMO DE FRANCOVICH

Lui                                                                       VALENTINO VILLA

Chochlakova Katerina Osipovna                             PAOLA BACCI

Svetlova Agrafena Aleksandrovna, Grušen'ka          VIOLA PORNARO

Fedosia Markovna, Fenja                                        PATRIZIA SACCHI

Perchotin Pėtr ll'ic                                                  PIERLUIGI CICCHETTI

Samsonov Kuz'ma Kuz'mic                                     GIAN PAOLO PODDIGHE

Il guardaboschi                                                       MASSIMO POGGIO

Gorstkin, Bracco                                                    MASSIMILIANO SBARSI

Un cocchiere                                                         EMILIANO BRONZINO

Un passante, un garzone di Samsonov                     GIANLUCA GUIDOTTI

 

e con

 

Calogero Azzaretto, Fabio Bettini, Mario Capanna, Adriano Cerantola, Giovanni D'Astore, Marzia Di Roma, Valter Midolo, Cesare Pilotto, Ofelia Porretti, Roberto Spaziani

 

Scene di MARGHERITA PALLI,

costumi di GABRIELE MAYER,

luci di SERGIO ROSSI,

musiche a cura di PAOLO TERNI

 

REGIA DI LUCA RONCONI

 

Produzione Teatro di Roma



Conversando con Ronconi

 

             «Ne I fratelli Karamazov 'teatrali' ogni scena possiede una sua  precisa identitą stilistica ‑ giocata su un'ampia gamma di registri espressivi che spaziano dal livello naturalistico a quello espressionistico ‑ cui corrisponde, sequenza per sequenza, un omologo taglio contenutisti­co. Su di un piano macrostrutturale la discontinuitą si riflette nell'orga­nizzazione dello spettacolo in tre parti: I lussuriosi, Il Grande Inquisitore e Un errore giudiziario. Per questa stagione vengono presentate al pub­blico solo le prime due parti, che da un punto di vista narrativo coprono tutta la trama del romanzo fino al parricidio e alla partenza dģ Dmitrij per Mokroe mentre Alėsa decide di ubbidire allo starec ed abbandonare il convento; la terza parte sarą invece allestita la prossima stagione e porta in scena la sezione conclusiva del romanzo a partire dall'arrivo di Mitja a Mokroe. Coniugandosi alla notevole estensione dello spettacolo, la discontinuitą del racconto, che nelle scene pił ampie si riproduce in scala ridotta in una precisa scansione in sequenze delimitate da cesure o­stentate, ha imposto la necessitą di modificare il normale lavoro di costru­zione del personaggio. La struttura di 'montaggio' toglie infatti alle figure dei Karamazov la continuitą tipica dei personaggi teatrali. Spesso poi una figura si presenta in palcoscenico all'interno di una sequenza e riap­pare solo dopo un lungo intervallo di tempo. Compatibilmente alle neces­sitą dettate dalla gradualitą della logica narrativa ogni scena deve infine avere un certo suo margine di autonomia. Per raggiungere questo risulta­to č stato necessario rinunciare a presentare lo 'svolgimento' dei perso­naggi, puntando a presentare ogni figura nella sua 'totalitį' scena per scena, in armonia con lo specifico tono della sequenza. L'attore non č chiamato cioč a rendere conto delle trasformazioni del personaggio, ma dei diversi volti che lo stesso personaggio puņ assumere nei diversi conte­

sti in cui si trova calato».

 

Luca Ronconi, tratto da una conversazione con Sandro Micheli (dal programma di sala i cura del Teatro di Roma)

 

 

La trama

 

Quando la sorte dei Fratelli Karamazov sembra segnata dalla condanna ai lavori forzati di Dmitrij per parricidio, dall'inutile confessione di Ivan che cerca di salvare il fratello, dal suicidio di Smerdiakov, Dostoevskij introduce nel romanzo il poema sul Grande Inquisitore. Ivan, lo spirito diabolico e abietto racconta ad Alėsa, che alla fine diventa il “confessore” e il consigliere in virtł della sua santitą, la leggenda di Cristo che ritorna tra gli uomini e dell'inquisitore spagnolo che lo condanna come eretico. Il Grande Inquisitore utilizzando il suo potere e la sua autoritą, con la condanna di Cristo impedisce che il genere umano disponendo del libero arbitrio e professando l'amore come legge di vita possa perdersi. Infatti, impedendo la libertą e l'amore, ha garantito agli uomini la tranquillitą e la salvezza, perché gli uomini non sono pronti ad affrontare il peso della libertą e se Cristo potesse avere l'opportunitą di riprendere la sua missione provocherebbe invece la  loro distruzione. A questa razionale spiegazione Cristo risponde con un bacio accettando la prigionia.

 

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