VENERDÌ 9 DICEMBRE 1994 - ORE 22.30
SALA B - PALAZZO DEI CONGRESSI
MEFISTOFELE.
Lavorando sul Faust improvvisamente quel che volevo raccontare ha
cominciato a germinare, riprodursi, moltiplicarsi, in una serie di
"quadri", fuori della storia canonica. Così è nato Mefistofele. Quadri
abbozzati, studi, schizzi e disegni, appunto, in continua rielaborazione e
rifacimento. Sono divertimenti, ansie e riflessioni, pensieri fluttuanti nello
spazio della testa, della stanza chiusa, quella in cui si tende a barricarsi
recentemente, spazio in cui il mondo irrompe attraverso le immagini televisive
ed il rumore delle automobili.
Sono
associazioni di materiali eterogenei di testi (per lo più scritti da me, con
qualche citazione dal Maestro e Margherita e dal Faust di Goethe) di immagini,
di video, di Tv, di canzoni, di piccole coreografie mentali.
La lunga notte dell'insonnia, lotta sanguinosa tra sé e sé per il sonno e l'abbandono, la lucidità, la difficoltà di uscire dal proprio spazio provocando l'apparizione di Mefistofele e della sua assistente Margherita‑gatto, che saltano fuori dalla Tv. Mefistofele è il numero due, l'altra parte dell'essere, quella che conosce il mondo si avventura, la parte che manipola le cose, scambia gli oggetti e si azzarda a vivere.