XII Edizione - Le Baccanti
TEATRO NAZIONALE DELLA GRECIA DEL NORD
Da Le Baccanti di Euripide
Traduzione in greco moderno: Yorgos Himonas
Regia: Tasos Ratzos
Supervisione regia: Nikitas Tsakiroglou
Scene e costumi: Evagelia Kirkine
Musiche: Kostas Vomvolos
Coreografie: Konstantinos Gerardos
Aiuto regia: Korina Haritou
Aiuto scenografo e costumista: Evi Kambouraki
Aiuto coreografo: Eleni Gioura
Dramaturg: Dimitra Mitta
Istruttore di danza tradizionale greca: Yorgos Likessas
Coordinatore: Elias Kotopoulos
Direttore di scena: Thodoros Tsalouchidis
Personaggi e interpreti: Areti Agelou, Iordanis Aivazoglou, Vassilis Vassilakis (Cadmo), Apostolos Bacharidis (Servo), Paola Milona, Ioanna Payataki (Agavi), Fani Panagiotidou, Erato Pissi, Kostas Santas (Tiresia), Thalia Skarlatou, Eva Sofronidou, Christos Sougaris (Penteo), Christos Tantalakis (Messaggero B), Stratos Tzortzoglou (Dioniso), Anny Tsolakidou,
Yannis Harissis (Messaggero A), Marina Hatziioannou
Canti: Roula Manissanou
Musicisti: Sakis Laios (clarinetto), Nektaria Liaskou (fisarmonica), Dimitris Panagoulias (percussioni)
Gli abitanti di un villaggio in Tracia si riuniscono ogni tre anni in un luogo prestabilito allo scopo di far rivivere il mito delle Baccanti (le seguaci del culto di Dioniso). Danno vita alla rappresentazione utilizzando i semplici strumenti a loro disposizione, combinati con tutto ciò che la tradizione ha trasmesso loro sul culto di Dioniso nel corso dei secoli. Ogni attore ha un proprio ruolo all’interno del dramma e del suo rituale e, tutti insieme, partecipano attivamente allo scontro fra Dioniso e colui che ne contesta le festività, il giovane re Penteo. I membri della troupe entrano in contatto fra loro attraverso le celebrazioni e la comunione spirituale con Dioniso. I festeggiamenti includono degustazioni di vini, musica dal vivo ed elementi derivati dal teatro folcloristico. In questi incontri in cui cibi, vino, danza e dibattiti ricreano i simposi dell'antifichità, il senso di unità è convogliato da forme coreografiche circolari e, naturalmente, dai costumi. I partecipanti vivono un’esperienza collettiva di iniziazione, estasi e rivitalizzazione. L’ilarità di questa celebrazione, l’euforia della festa e la catarsi dell’esperienza drammatica creano un equilibrio con quelle forze della vita che agiscono da contrappeso, costringendo gli abitanti del villaggio all’interno dei rigidi limiti della loro esistenza quotidiana. Le paure vengono dissipate; la virtù, la sensibilità terrena e le parole “sono vivo” acquistano pieno significato e così, seppure temporaneamente, il mistero della vita viene rivelato. Gli iniziati diventano tutt’uno con il dio e sperimentano un senso di interezza.