Premio Europa per il Teatro
II edizione
Taormina, 5-7 maggio 1989
San Domenico Palace Hotel
PROIEZIONI
VIDEO
Opere
di Peter Brook:
Presentation
de Peter Brook
Les
secrets de Carmen
La
tragedie de Carmen
Ta
Da Da
Premio
Europa per il Teatro
III edizione
Taormina, 25-27 maggio 1990
Palazzo dei Congressi
PROIEZIONI
VIDEO
Opere
di Giorgio Strehler:
L'anima buona di Sezuan
La
Tempesta
Il Giardino di Ciliegi
Il Temporale
Don Giovanni

Premio
Europa per il Teatro
IV edizione
Taormina, 9 - 11 dicembre 1994

Premio
Europa per il Teatro
V edizione
Taormina, 3-6 gennaio 1997
Palazzo dei Congressi
PROIEZIONI VIDEO
Opere
di Robert Wilson:
G.A.
STORY
prod. Pitti Immagine / Change Performing Arts, 1996
b/n e col., 60'
Robert
Wilson, Memory/ Loss
FRAGMENTS OF A POETIC BIOGRAPHY
di Roberto Andò, 1994, prod. Change Performing Arts
col., 45'
Robert
Wilson, l'architecte des reves
Une soirée THEMA d'Arte / La Sept
LE THEATRE PLANETARIE, 1993, col., 45'
Robert
Wilson, l'architecte des reves
Une soirée THEMA d'Arte / La Sept
VISIONS D'ALICE, 1992, col., 45'
Robert
Wilson, l'architecte des reves
Une soirée THEMA d'Arte / La Sept
LA FEMME A LA CAFETIERE, 1989, col., 6'
MISTER
BOJANGLE
di Robert Wilson, col., 14'48"
Robert Wilson, l'architecte des reves
Une soirée THEMA d'Arte / La Sept
LA CITADELLE DU SILENCE, 1993, col., 45'
Si
ringraziano:
per l'incontro su Robert Wilson Change Performing Arts
per le proiezioni video Art / La Sept e Centre Georges Pompidou

Premio
Europa per il Teatro
VI edizione
Taormina, 17 - 19 aprile 1998
Palazzo
dei Congressi
Premio Europa per il Teatro
VII edizione
Taormina, 6-7-8-9 maggio 1999
Palazzo dei Congressi
PROIEZIONI
VIDEO
Pina
Bausch e il Tanzerteater Wuppertal sullo schermo
La selezione
di documenti filmati su Pina Bausch e il Tanztheater Wuppertal
si apre con le registrazioni di "Le Sacre du printemps",
"Blaubart" e "Café Müller",
ma prevede anche i documentari d'autore firmati dal cineasta
tedesco Werner Schroeter e dal regista portoghese Fernando
Lopes che filmano Pina Bausch e il Tanztheater Wuppertal fuori
scena e durante il lavoro di preparazione dello spettacolo.
Infine sono in programma due film. "Die Klage der Kaiserin",
unico lungometraggio girato da Pina Bausch, e il celebrato
film che segna l'incontro tra Federico Fellini e la grande
coreografa. Pina Bausch vi compare come attrice, offrendo
un'interpretazione memorabile, nel ruol della principessa
cieca Lherimia.
Le Sacre du printemps
1978, 37'40" - di Peter Wekyrich. Coreografia: Pina Bausch,
1975. Musica: Igor Stravinskij. Produzione: Zdf
Blaubart.
Beim Anhören einer Tonbandaufnahme von Béla Bartòks
Oper "Herzog Blaubarts Burg"
1984,107'30" - di Pina Bausch. Coreografia: Pina Bausch,
1977. Musica: Béla Bartòk. Produzione: Suhrkamp
Verlag, L'Arche Editeur
Café
Müller
1985, 48'33" - di Pina Bausch. Coreografia: Pina Bausch,
1978. Musica Henry Purcell. Produzione: Suhrkamp Verlag, L'Arche
Editeur
From
Lisbon com saudades
1997, 40' - di Fernando Lopes. Produzione: Expo '98, Lisboa
Die
Klage der Kaiserin
1989, 103' - di Pina Bausch. Produzione: L'Arche Editeur
Répétition
générale
1980, 90' - di Werner Schroeter. Produzione: Laura Film Thomas
Schüli, Zdf
E la
nave va
1983, 122' - di Federico Fellini. Produzione: Rai-Vides, Gaumont
MOSTRA
Dal tempo
dei sogni, di qui e di oggi
Lo sguardo del fotografo
Maarten Vanden Abeele
A volte
solo gambe, piedi, volti - dettagli. E, all'opposto: lo spazio
intero, spesso visto dall'alto, enorme, con le persone che
quasi vi scompaiono. Forti contrasti prospettici. Eppure,
l'occhio fotografico di Maarten Vanden Abeele è sempre
vicino, anche là dove squarciando lo spazio guarda
da lontano: vicino alle persone, all'incostanza dei loro stati
d'animo, ai loro equilibri instabili. La macchina fotografica
partecipa a ciò che vede, condivide sconfitte e gioie.
Non vi sono distanze. La capacità di abbandonarsi è
la chiave della felicità. Non importa dove si arriverà:
al dolore, alla tristezza, alla solitudine o al breve istante
della felicità. Non c'è niente da giudicare.
Solo muoversi insieme. La capacità di abbandonarsi
è la migliore virtù del fotografo. Essa lo trasforma
nel mezzo stesso, vigile, con tutti i sensi. Con quanta facilità,
altrimenti, egli cede alla tentazione di realizzare soltanto
belle immagini. Stilizzazioni raggelate. Le immagini di Maarten
Vanden Abeele catturano le emozioni, ma non sono sensibili.
Nulla lascia interdetto l'osservatore. Tutto è aperto,
accessibile - come le pièces di Pina Bausch. Tutto
è guardato senza pregiudizio, e tutto può essere
importante: l'espressione di una mano, la bellezza di un piede
in una scarpa col tacco alto, l'intimità di un momento
a due non diversamente dall'impeto del gruppo.
La vicinanza o la lontananza vengono scelte di volta in volta,
questo sì. Ma solo come riferimento personale, non
come intervento, appropriazione. Le persone - e le cose che
con esse interagiscono - rimangono se stesse. L'occhio del
fotografo non esercita violenza su nulla. Così, nulla
va perduto nell'integrarsi di un mezzo nell'altro. Al contrario:
le immagini stesse creano un movimento, non solo un documento.
Nella loro grana ruvida, danno vita a tessiture che altrimenti
apppaiono esclusivamente come accessori: la materia dei vestiti,
delle pietre, della terra, della nebbia o delle foglie. Le
cose conducono una vita che è alla pari con quella
umana - le loro passioni, le loro ossessioni. Tenera e ruvida
nello stesso tempo. Così è il movimento che
domina sempre, anche nei momenti di apparente staticità.
Nulla è bandito o tagliato fuori. Piuttosto, l'occhio
fotografico vaga e riprende. A volte la velocità di
un movimento si manifesta con strisce sulla pellicola. A volte
la grana ruvida dà maggiore risalto ai sottofondi e
agli sfondi e unisce la persona al mondo materiale. I limiti
dell'immagine debordano, senza confini. Questo accoglie in
sé l'osservatore, ma lo lascia anche libero. Egli può
andare o venire, esattamente come vuole, però deve
decidere. Si crea un gioco raffinato tra l'avvicinarsi e l'allontanarsi.
Lo sguardo tremola e aggiusta. Le sfocature non soltanto rendono
credibile la verità drammatica di una scena, ma creano
una coreografia per l'occhio. Imparare a vedere come si guardava
da bambini. Stupirsi - e non sapere. Questa è la prima
chiave della conoscenza. Queste immagini appaiono come emerse
dal tempo dei sogni - nel linguaggio della poesia: di qui
e di ora.

Premio
Europa per il Teatro
IX edizione
Taormina, 5-6-7-8 aprile 2001
Palazzo dei Congressi
FILM
con Michel
Piccoli
Le
Mépris (1963)
re. Jean-Luc
Godard;scenegg. Jean-Luc Godard (dall'opera di Alberto Moravia);
fot. (col.) Raoul Coutard; mus.Georges Delerue; int. e pers.
Brigitte Bardot (Camille), Michel Piccoli (Paul Javal), Jack
Palance (Jérome Prokosch), Giorgia Moll (Francesca
Vanini), Fritz Lang (se stesso), Jean-Luc Godard (il suo assistente);
prod Georges de Beauregard; orig. Francia/Italia; dur.103'
Lo sceneggiatore
Paul Javal accetta di curare il rifacimento di un adattamento
dell'Odissea che Fritz Lang sta girando a Roma per conto del
produttore Jérôme Prokosch. Paul ama sua moglie
Camille eppure tra loro qualcosa cambia radicalmente dal momento
in cui la donna accetta di salire sulla macchina di Prokosch.
Durante una lunga scenata col marito, Camille esprime il suo
disprezzo nei confronti di Paul. A Capri, dove si girano gli
esterni del film, avviene la rottura, Camille se ne va con
Prokosch e muoiono entrambi in un incidente d'auto. Paul riparte,
mentre Fritz Lang finisce di girare il suo film.
Questa "storia di un malinteso tra un uomo e una donna"
è di fatto "un film semplice su cose complicate,
più una riflessione che un documento" (J-L. Godard);
un'opera tragica e disperata che mette a confronto la purezza
del cinema di Lang con l'opportunismo di Prokosch, le esigenze
di Camille e i compromessi di Paul, la luce della Grecia antica
e la cupezza del nostro mondo moderno.
Questo omaggio al cinema costituisce a tutt'oggi uno dei più
bei film di Godard.
versione
francese, in collaborazione con l'Ufficio Culturale dell'Ambasciata
di Francia in Italia
Dillinger
è morto (1968)
re. Marco
Ferreri; sogg. Marco Ferreri; scenegg. Marco Ferreri; Sergio
Bazzini; fot. (col.) Mario Vulpiani; scenog. Nicola Tamburro;
mont. Mirella Mencio; mus.Teo Usuelli; fo. Carlo Diotallevi;.
eff. sp. Aldo frollini, Silvio Braconi; giochi mimici con
mani Maria Perego; int. e pers. Michel Piccoli (Glauco), Anita
Pallemberg (la moglie di Glauco), Gino Lavagetto (un marinaio),
Mario Jannilli (il capitano), Carole André (proprietaria
battello), Annie Girardot (Sabine); prod. Alfredo Levy e Ever
Haggiag per Pegaso Film; orig. Italia; dur.95'
Tornato
a casa dal lavoro, Glauco, sposato ad una donna malaticcia,
si prepara la cena e, in una credenza, trova una pistola involta
in un vecchio giornale su cui campeggia il titolo "Dillinger
è morto". Cenando davanti al televisore, smonta
e rende l'arma efficiente. Dopo cena, non trovando sonno,
va a far l'amore con la cameriera, poi uccide la moglie con
tre colpi di pistola e all'alba esce di casa. In riva al mare
un battello sta per salpare, ed essendo morto il cuoco, Glauco
si offre come sostituto e s'imbarca.
versione
italiana, in collaborazione con l'Istituto Cinematografico
dell'Aquila "La Lanterna Magica"
Non
toccare la donna bianca
(Touche pas la femme blanche) (1975)
re. Marco
Ferreri; sogg. e scenegg. Rafael Azcona, Marco Ferreri (dall'opera
di Ned Buntline); fot. (col.) Etienne Becker; scenog. Nicola
Tamburo; cost. Lina Nerli Taviani; mont. Ruggero Mastroianni;
mus. Philippe Sarde; eff. sp.Gino De Rossi, Augusto Salvati,
André-Paul Trielly; int. e pers. Marcello Mastroianni
(Gorge A. Custer), Catherine Denevue (Marie-Hélène
de Boismonfrais), Michel Piccoli (Buffalo Bill), Philippe
Noiret (Gen. Terry), Ugo Tognazzi (Mitch), Alain Cuny (Toro
Seduto), Serge Reggiani (l'indiano matto), Marco Ferreri (il
reporter), Henri Piccoli (il padre di Toro Seduto), Paolo
Villaggio (l'agente della CIA); prod. PEA (Roma), MARA (Paris);
distr. Fox-Ricordi Video; orig. Italia; dur..95'
un film
surreale e insolito sulla battaglia del Little Big Horn. In
quegli anni nel centro di Parigi c'era un'immensa buca prodotta
dall'abbattimento dei Mercati Generali, le famose Halles.
Ferreri immagina che qui siano asserragliati gli indiani Sioux.
Il governo americano, per domarli invia il 7° Cavalleria
al comando del Generale Custer. Questi, pomposo e presuntuoso,
si fa menare per il naso da una guida indiana che lo fa cadere
in un'imboscata. Gli indiani vincitori, simbolo degli oppressi,
partono alla conquista di Parigi. Cavalleggeri e indiani sono
vestiti in costume ottocentesco, gli altri in abiti moderni.
Ferreri, nonostante le apparenze, segue abbastanza scrupolosamente
la verità storica.
versione
italiana, copia proveniente dalla Scuola nazionale di Cinema
- Cineteca Nazionale, Roma
Mado
(1976)
re.Claude
Sautet; scenegg.Claude Sautet, Claude Néron;fot. (col.)
Jean Boffety; mus. Philippe Sarde; int. e pers. Michel Piccoli
(Simon Léotard), Ottavia Piccolo (Mado), Jacques Dutronc
(Pierre), Charles Denner (Manecca), Bernard Fresson (Julien),
Julien Guiomar (Lépidon), Nathalie Baye (Catherine),
Romy Schneider (Hélène); prod.André Genoves;
orig.Francia; dur.135'
Dopo il
suicidio del suo socio, un promotore immobiliare, il cinquantenne
Simon Léotard si ritrova sull'orlo del fallimento.
Finisce così tra le grinfie di Lépidon, un uomo
d'affari senza scrupoli. Per uscire da questa situazione,
Simon chiede a Mado, una prostituta di lusso, di ottenere
da Manecca, un ricattatore a cui la donna è legata
da un sentimento profondo, alcuni documenti compromettenti
su Lépidon. Quest'ultimo è allora costretto
ad arrendersi, non senza aver dato prima ordine di assassinare
Manecca. Dopo l'omicidio, Mado si avvicina a Pierre, autista
di Simon e testimone privilegiato di quegli avvenimenti.
Con Mado Claude Sautet ci offre un ritratto della Francia
ai tempi di Giscard, con le sue crisi e i suoi scandali. Lo
fa con grande acutezza (ad esempio nella lunga scena finale)
riuscendo sempre però a mantenere lo stile affabile
che caratterizza il suo cinema. Il film presenta diversi personaggi
che intrecciano rapporti di forza pur mantenendo ognuno un
proprio spessore, una densità e una forte umanità
(compresi gli esseri più abietti). Da segnalare l'interpretazione
stupefacente di Michel Piccoli.
versione
francese, in collaborazione con l'Ufficio Culturale dell'Ambasciata
di Francia in Italia e con Artedis
Salto
nel vuoto (1979)
re. Marco
Bellocchio; sogg. Marco Bellocchio; scenegg. Marco Bellocchio,
Pieri Natoli, Vincenzo Cerami; fot. (col.) Giuseppe Lanci;
cost. Lia Francesca Morandini; mus. Nicola Piovani; int. e
pers. Michel Piccoli (Giudice Ponticelli); Anouk Aimée
(Marta Ponticelli), Michele Placido (Sciabola), Gisella Burinato
(Anna), Antonio Piovanelli (Quasimodo), Anna Orso (Marilena);
Pier Giorgio Bellocchio (Giorgio); prod. Silvio e Anna Maria
Clementelli; orig.Italia; dur.120'
Una giovane
donna si è suicidata buttandosi dalla finestra. L'inchiesta
viene affidata al giudice Ponticelli, che vive insieme alla
sorella Marta, la cui instabilità psichica lo preoccupa.
Il giudice scopre che è stato un emarginato, Sciabola,
a spingere la giovane donna a lanciarsi nel vuoto e lo costringe
a incontrare sua sorella, con la speranza che questa faccia
la stessa fine. Ma sarà il giudice stesso a buttarsi
dalla finestra.
Questo dramma della follia è anche un'analisi approfondita
dei rapporti tra un fratello e una sorella che convivono e
dividono gli stessi ricordi, fra cui quello di un fratello
morto pazzo. Questo film ricco e complesso (vedi l'aspetto
sadomasochista dei rapporti tra fratello e sorella) è
pervaso da un'atmosfera di disagio che permette a Bellocchio
di fare così i conti - dopo la famiglia, la Chiesa
e la stampa - anche con la giustizia.
versione
italiana, copia proveniente dalla Scuola nazionale di Cinema
- Cineteca Nazionale, Roma
Les
Equilibristes (1992)
re. Nico
Papatakis; scenegg. Nico Papatakis; scenog. Gisèle
Cavali, Silvie Del don, Nikos Meletopoulos; cost. Christian
Gasc, Eve-Marie Arnault; mont. Delphine Desfons; int. e pers.
Michel Piccoli (Marcel Spadice), Lilah Dadi (Franz-Ali Aoussine),
Polly Walker (Hélène Lagache), Doris Kunstmann
(Christa Paeffgen Aoussine), Patrick Mille (Fredy Babitchev),
Juliette Degenne (l'ouvreuse); prod. Humbert Balsan/Paris
Classics Production; orig. Francia; 128'
Marcel
Spadice, scrittore, poeta e drammaturgo affascinato dal circo,
sua fonte di ispirazione, tramite l'amica Hélène,
riesce a sedurre Franz-Ali Aoussine, addetto alla manutenzione
della pista di un circo che sogna di diventare un grande funambolo.
Marcel decide di prendersi cura del suo allenamento e gli
impone una disciplina ferrea. Franz-Ali si sottoporrà
alle esigenze del Maestro, a rischio della vita...
versione
francese, in collaborazione con Ognon Pictures
Compagna
di viaggio (1996)
re. Peter
Del Monte; sogg. Peter Del Monte; coll. sogg. Mario Fortunato;
scenegg. Peter Del Monte, Gloria Malatesta, Claudia Sbarigia;
fot. (col.) Giuseppe Lanci; scenog. Mario Rossetti; cost.
Paola Marchesin; mont. Simona Paggi; mus. Dario Lucantoni;
fo. Mario Iaquone; int. e pers. Michel Piccoli (Cosimo), Asia
Argento (Cora), Lino Capolicchio (Pepe), Silvia Cohen (Ada),
Max Malatesta (Giulio), Pier Francesco Poggi (venditore di
mobili); prod. Enzo Porcelli per Alia Film e Istituto Luce;
distr. SACIS; orig.Italia; dur.104'
Cora ha
vent'anni. Di temperamento irrequieto e ribelle, abita a Roma
da sola, senza un affetto o una dimora stabili. Per guadagnarsi
da vivere fa dei lavori precari, portare cani a passeggio,
fare la cameriera in un caffè notturno. Dorme dove
capita, qualche volta a casa del fidanzato di turno, qualche
volta da un'amica.
Un giorno la Signora Ada le chiede di assistere il padre Cosimo,
un professore di filologia in pensione. Negli ultimi tempi
quando esce di casa, l'uomo spesso si dimentica la via del
ritorno e si perde per la città. Siccome rifiuta di
essere assistito, necessita di una persona che lo segua di
nascosto e che la momento opportuno possa intervenire avvertendo
la famiglia. Cora accetta l'incarico e, munita di un telefono
cellulare, si mette alle calcagna del Professor Cosimo. Per
qualche giorno il pedinamento procede senza difficoltà.
Il vecchio esce di casa regolarmente la mattina, passeggia
e a volte prende l'autobus diretto in periferia. Cora gli
trotterella dietro, pronta ad intervenire in caso di difficoltà.
Una mattina il Professore esce di casa con una valigia e si
reca alla stazione. Prende un treno. Allarmata, Cora informa
prontamente la figlia. La donna la supplica di seguirlo e
così, controvoglia, la ragazza si trova costretta a
partire.
Inizia allora uno strano viaggio per l'Italia. Il professore
scende in un paese della pianura padana, in un albergo, ma
inaspettatamente dopo qualche ora riparte. Cora riprende a
seguirlo di stazione in stazione, di treno in treno, senza
comprendere mai il senso di quell'assurdo peregrinare. A poco
a poco quel viaggio forzato la mette a confronto con una dimensione
sconosciuta dell'esistenza. Per la prima volta qualcosa dentro
di lei si incrina. Affiorano ricordi di un'infanzia dolorosa,
sentimenti rimossi.
versione
italiana, in collaborazione con l'Istituto Luce - Zelig srl
Party (1996)
re. Manoel
de Oliveira; scenegg. Manoel de Oliveira, Agustina Bessa Luis;
fot. (col.) Renato Berta;
scenog. Maria José Branco; mont. Valérie Loiseleux;
fo. Henry Maikoff, Jean-François Auger; int. e pers.
Michel Piccoli (Michel), Irene Papas (Irène); Léonor
Silveira (Léonor); Rogério Samora (Rogério);
prod. Paolo Branco per Madragoa Filmes e Gemini Films; distr.
Connaissance du Cinéma; orig. Francia; dur. 95'
Leonor
e Regério sono sposati da dieci anni. Su iniziativa
di Leonor e per festeggiare l'avvenimento, la coppia organizza
un party sul terrazzo di uno splendido palazzo ereditato da
lui, a Ponta Delgada, nelle Azzorre. In preda a un capriccio
improvviso, Leonor pensa di annullare il party, ma Rogério
protesta : "Impossibile Leonor! Gli inviti sono stati
spediti e gli ospiti sono già qui". Tra gli invitati
vi sono anche due amici molto speciali, Irene e Michel, che
si recano di quando in quando alle Azzorre. Irene è
una celebre attrice greca di mezza età e il suo amante
Michel è un francese buontempone che si ritiene un
dongiovanni malgrado sia già avanti con gli anni. Michel
si sente quasi obbligato a fare la corte a Leonor, donna giovane,
elegante, con un bel viso, allegra e attraente. Quest'ultima
sembra stare al gioco, cosa che non sfugge né al marito
né a Irene. Ma i due non intervengono e danno anzi
l'impressione di trarne un certo piacere. Nel bel mezzo della
festa, una tempesta spazza via gli ombrelloni, rovescia i
tavoli e le sedie, facendo fuggire tutti gli ospiti. Molto
tempo dopo, Irene e Michel vengono invitati da Leonor e Rogério
a tornare alle Azzorre per una cena nello stesso palazzo in
cui, cinque anni prima avevano partecipato al party che si
era concluso in quel modo disastroso. Michel non ha dimenticato
Leonor e quest'ultima ha mantenuto una grande curiosità
nei confronti di quel bizzarro seduttore. Leonor si annoia
molto nella sua realtà quotidiana e ama liberare lo
spirito di avventura che alberga in lei spezzando la routine
alla minima occasione. Riprende così l'antico flirt,
ma in quel momento, avviene l'inaspettato.
versione
francese con sottotitoli in inglese, in collaborazione con
Gemini Films
Alors
voilà (1997)
re. Michel
Piccoli; scenegg. Michel Piccoli, Thomas Cheysson; fot. (col.)
Laurent Machuel; scenog. Solange Zeitoun; mont. Emanuelle
Castro; mus.Arno; fo. Jean-Claude Laureux; int. e pers. Maurice
Garrel (Constantin), Roland Amstutz (René); Arno (Arno);
Bernard Bloch (Marcel); Elisabeth Margoni (Viviane), Dominique
Blanc (Rose), Pascal Elso (Henri); prod. Paolo Branco per
Gemini Films; distr. Rezo Films; orig. Francia; dur.97'
Tre figli.
Un camionista, un contabile, un ex idraulico in ospedale in
seguito a un tentativo di suicidio. Il contabile convince
le tre famiglie a comprare un camion, sogno del camionista.
Il padre, feroce gaudente, li tiene sotto sorveglianza. I
ragazzi sono suoi complici. Una è la sua eroina. La
figlia è l'altra sua eroina. Un mosaico di desideri
di vivere nel quale ogni cosa tende verso l'immaginario e
i viaggi lontani.
versione
francese con sottotitoli in italiano, in collaborazione con
Gemini Films
Adieu
Bonaparte (Weda'an Bonaparte) 1985
re. Youssef
Chahine; int. e pers. Taheya Cariocca (la Saggia), Claude
Cernay (Decoin), Patrice Chéreau (Bonaparte), Mohamad
Dardiri (Sceicco Charaf), Hassan El Adl (Sceicco Aedalah),
Tewfik El Dekken (il derviscio), Seif El Dine (Kourayem),
Hassan Husseiny (Padre), Farid Mahmoud (Faltaos), Mohsen Mohi-el
Din (Ali), Christian Patey (Horace), Michel Piccoli (Cafarelli);
orig. Egitto/Francia; colore; dur.115'
Nel 1798,
l'esercito francese al comando di Napoleone sconfigge in Egitto
i signori della guerra mamelucchi, eredi dell'impero ottomano,
e prosegue per il Cairo. Tre fratelli egiziani mal sopportano
il governo mamelucco ma rifiutano anche l'idea di una dominazione
francese. Bakr, il più grande, è una testa calda
sempre pronta a ricorrere alle armi; Ali è più
filosofico e poetico; Yehia è giovane e facilmente
influenzabile. Un generale di Napoleone con una gamba sola,
l'intellettuale Caffarelli, vuole trasformare Ali, Yehia e
altri egiziani in perfetti francesi; apre quindi un panificio
dove far lavorare il padre, diventa il loro maestro e si affeziona
profondamente alla famiglia. I conflitti di fedeltà
che derivano da questa situazione avranno una soluzione necessariamente
tragica.
versione
francese, in collaborazione con Ognon Pictures
VIDEO
TEATRO
con Michel
Piccoli
Tout
va bien (on s'en va) (2000)
re. e
scenegg. Claude Mouriéras; fot. (col.) William Lubtchansky;
scenog. Wouter Zoon; cost. Nathalie du Roscoat; mont. Monique
Dartonne; fo. Jean-Pierre Duret; int. e pers. Michel Piccoli
(Louis), Miou Miou (Laure), Sandrine Kiberlain (Béatrice),
Natacha Régnier (Claire); prod. Jean-Michel Rey e Philippe
Liégeois, Rezo Productions; distr. fpi - flach pyramide
international
orig. Francia;dur. 95'
Tre giovani
donne vivono a Lione, in un'atmosfera di leggera gaiezza.
Laura, la maggiore, che gestisce la casa ed insieme la scuola
di tango che il padre ha lasciato loro. Beatrice, che ha avuto
successo: è ricca, generosa, e si crede per questo
indispensabile. E poi c'è Clara, l'ultima, una pianista
dal talento poco apprezzato. Rende nervosi tutti, ma tutti
l'amano, è normale, è la più piccola.
Ciascuna di loro se sente indispensabile per la felicità
delle altre. Sono felici e inconsapevoli di quello che sta
per accadere. Louis, il padre, ricompare dopo quindici anni,
e allora, ognuno per sé
Versione
francese in collaborazione con Flach PyramideInternational
Dom
Juan ou le festin de Pierre (1965)
re. Marcel
Bluwal; fot. André Bac; mont. Jacques Lys; coc. Anne
Marie Marchand; int. e pers. Michel Piccoli (Dom Juan), Claude
Brasseur (Sganarelle), Anouk Ferjac (Elvira), Michel Le Royer
(Dom Carlos), Yves Arcanel (Dom Alonse), Lucien Nat (Dom Luis);
prod. ORTF; trasmesso: 6.11.65; dur. 106'
Adattamento
per la televisione di Marcel Bluwal del Don Giovanni di Molière.
Une delle prodezze di Marcel Bluwal consiste nell'aver trasposto
l'opera di Molière in un'epoca indeterminata, che sembra
a tratti volersi riferire all'inizio del secolo scorso, a
volte invece ai giorni nostri. Ciò permette di attualizzare
l'azione senza però alterare il testo di Molière.
I paesaggi e le scenografie, talvolta insoliti, costituiscono
per Don Giovanni la scena stessa del mondo. Si trova così
materializzato lo spirito shakespeariano della commedia :
un uomo che si interroga su se stesso con le sue angosce,
che male nasconde il suo orgoglio, un uomo circondato dal
tempo e dallo spazio.
Terre étrangère (1989)
re. Luc
Bondy; sce. Meir Dohal; sce. Luc Bondy; dia. Michel Butel,
mus. Heinz Leonhardsberger; pers. e int. Michel Piccoli (Friedrich);
Bulle Ogier (Genia), Wolfgang Hubsch (Mauer), Barbara Rebeschini
(Erna), Milena Vucotic (Madame Wahl), Dominique Blanc (Adele
Natter), Jutta Lampe (Madame Meinhold); prod. Antenne 2; Radio
Audizioni RAI, PROGEFI; trasmesso il 3.04.1989; dur. 99'
Questo
adattamento televisivo del testo di Arthur Schnitzler mette
in scena la complessità delle relazioni amorose tra
uomini e donne nell'ambito di una piccola società borghese
della Vienna dell'inizio del secolo. Schnitzler, che Freud
chiamava il suo "doppio", analizza e osserva il
comportamento di un grande borghese libertino, Friedrich Hofreiter,
che impazzisce dalla gelosia quando viene a sapere che sua
moglie Genia è la causa del suicidio di Korsakov, giovane
e promettente pianista.
In
collaborazione con INA, Institut National de l'Audiovisuel
- Delegation à l'action educative et culturelle
|