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IX Premio Europa per il Teatro a Michel
Piccoli |
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VII Premio Europa Nuove Realtà Teatrali a
Heiner Goebbels
Alain Platel
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IX Premio
Europa per il Teatro a
MICHEL PICCOLI
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Michel Piccoli ha debuttato sotto il
segno del teatro - il suo Don Giovanni è rimasto
celebre -, per approdare soltanto in seguito "sull'altra
riva", il cinema, e poi finalmente rassegnarsi
alla relatività di una traiettoria intermedia
fra le due arti. Ma tra le due sponde s'intessono
dialoghi.
Piccoli seduce perché si colloca fra l'identità
ben delineata dell'attore cinematografico e quella
indefinita e duttile dell'attore teatrale. Quando,
malgrado la sua fama cinematografica, registi teatrali
del calibro di Bondy, Brook e Chéreau si sono
rivolti a lui, lo hanno fatto senza dubbio in ragione
di questa disponibilità, di questa apertura.
Piccoli non era prigioniero di un'immagine, e apportava
una presenza. Presenza disponibile, in grado di dar
corpo alla prodigiosa varietà di ruoli che
lo hanno condotto da Schnitzler a Checov e Pirandello,
da Shakespeare a Koltès. L'attore cinematografico
sapeva tirarsi indietro per lasciare spazio al suo
doppio, l'interprete teatrale.
Che cosa si ama di Piccoli? Il suo porsi come un artista
che resiste nel tempo senza rimanere intrappolato
in un'icona
egli assicura una certezza eppure
conserva una dimensione nascosta. La luminosità
non scaccia l'ombra che puntualmente accompagna il
fulgore dell'attore mitico che egli è. In nessun
aspetto Piccoli mostra mai una sola dimensione.
Michel Piccoli è una figura europea. In lui
non si ravvisa la star internazionale che ignora le
frontiere, ma l'artista aperto che si impegna a superarle.
Cittadino libero, egli non vuole esserne prigioniero,
la sua intera vita testimonia l'insopprimibile desiderio
di oltrepassare i confini. Confini nazionali oltre
che artistici.
Michel Piccoli rifiuta l'indifferenza civile. Non
ha mai praticato il disimpegno, anzi ha sempre preso
una posizione, si è schierato. In lui coincidono
sempre l'etica dell'attore e la morale civile.
Se lo si erige a modello sarà sempre suo malgrado.
Non ha niente dell'eroe che si mette in mostra. Piccoli,
più di chiunque altro, ha saputo difendere
la propria umanità. Un'umanità palpitante
che continua ad alimentare le sue azioni e le sue
parole. Michel Piccoli è un attore esemplare,
responsabile di se stesso come della propria arte.

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VII
Premio Europa Nuove Realtà Teatrali a
HEINER GOEBBELS
ALAIN PLATEL
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Heiner Goebbels
A partire dalla metà degli anni Ottanta Heiner
Goebbels ha reinventato il teatro musicale. Compositore,
regista, arrangiatore e drammaturgo insieme, Goebbels
ha lavorato con attori, cantanti, musicisti, scrittori,
artisti e scenografi di tutto il mondo. Il suo "Konzeptionelles
Komponieren" formatosi sulla dialettica di Heiner
Müller, sulle ardite costruzioni linguistiche
di Gertrude Stein, sulla musica pop e sui trattati
di filosofia, consente di vedere la musica, udire
lo spazio, vivere il testo con raffinata semplicità.
Nelle sue associazioni sceniche gli elementi acustici
e quelli visivi non risultano giustapposti ma collegati
tra loro da una molteplicità di rapporti d'interrelazione,
per questo la ricerca della loro intima essenza richiede
la bacchetta da rabdomante dell'umorismo. Goebbels
è uno dei principali rappresentanti della musica
internazionale e del teatro d'avanguardia; la sua
suggestiva estetica è insieme inconfondibile
e inesauribile.
Alain Platel
Quello di Alain Platel è un percorso artistico,
non un mestiere né una professione. Si tratta
di una personalità originale, realmente unica
nell'ambito della danza e del teatro. E' il suo lavoro
d'educatore sociale che lo ha portato ad essere così
attento alla realtà umana del suo ambiente
di provenienza: la regione di Gand, le Fiandre belghe.
Egli ha saputo rendere conto, senza artificiosità
o affettazione, di ogni inquietudine, contraddizione,
disperazione, sogno e slancio di un'adolescenza affascinante
e tragica che egli ben comprende per empatia. I suoi
spettacoli da "Bonjour Madame
" a "Tous
des Indiens" hanno conosciuto una vasta diffusione
in tutta Europa, nonostante siano (o proprio perché
lo sono), completamente radicati nelle vicende della
banlieue fiamminga. Questa è la prova che,
fondendo in tutta libertà teatro, musica e
danza in quei ritratti di famiglia così ben
dipinti, Alain Platel è riuscito a rivelare
l'universalità dell'animo umano.

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