"Nel teatro mondiale della seconda
metà del nostro secolo, il lungo lavoro teorico
e pratico di Peter Brook ha alcuni meriti inconfondibili
e pressocché unici. Il primo è di avere
sempre perseguito un'autentica ricerca, fuori della
sterile 'routine' di quello che egli stesso ha definito
il teatro 'mortale'. Il secondo quello di aver saputo
toccare con la medesima originalità di espressione,
diversi linguaggi dello spettacolo moderno, nello
stesso modo in cui ha saputo unificare la diversità
delle lingue. Il terzo di avere riscoperto e restituito
a una smagliante vitalità alcuni grandi patrimoni
culturali e teatrali da noi lontani nel tempo e nello
spazio.
Ma il più alto e costante merito di Peter Brook
è senza dubbio quello di non aver mai disgiunto
il rigore e l'acume della ricerca dalla necessità
che i risultati di essa avessero come destinatario
e interlocutore il pubblico degli spettatori, chiamato
anch'esso al rinnovamento delle sue abitudini".